Pessima abitudine, quella di fare scherzi telefonici, ma in fondo chi, da bambino, non ha suonato a qualche citofono nascondendosi di corsa? Noi da “grandicelli”, questa brutta abitudine non l’abbiamo persa, e nel vero spirito di "Amici miei", finito il lavoro alle due di notte, ci interrogavamo su come passare le ore successive. Non mancava mai il deficiente di turno che proponeva degli scherzi telefonici, come non mancavano altri deficienti che gli davano retta. Il fatto è che ci di divertiva da matti e così la questione è finita in onda, all’epoca non c’era un garante per la privacy, non si poteva vedere il numero di chi chiamava e quindi stavamo in un ventre di vacca, anche perché la gente che rispondeva, a volte ci mandava a quel paese (per usare una garbata metafora), ma in molti casi si prestava ad ascoltarci, dimostrando molta più umanità di noi. Ma alla goliardia e alle risate è difficile resistere, e noi a resistere non ci pensavamo proprio. Gli scherzi si sviluppavano nel seguente modo: Elenco telefonico alla mano, dito puntato a casaccio e preparata una storia strampalata la si proponeva a chi rispondeva.
Faceva ridere molto noi, forse un po’ meno a coloro che venivano svegliati, ma il nostro motto d’allora era “a chi tocca non si ingrugna” (n.d.t.: se il destino ha scelto te, non puoi prendertela con nessuno) Buon ascolto.
Scherzo a Dino
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Scherzo Meccanico 1
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Scherzo Meccanico 2
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Scherzo Pianoforte
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Scherzo voce amica
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Scherzo sveglia
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Svegliati e vinci
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